Il 19 Ottobre, sempre.
Il 40° anniversario della tumultuosa nascita dell’Assistenza al volo civile in Italia giunge in un momento cruciale della vita di questa Azienda. Il ringraziamento a chi (rischiando di subire le gravissime conseguenze previste dal Codice Penale Militare) non ebbe timore di esporsi in prima persona con una azione che fu insieme collettiva ed individuale, non è un ringraziamento di prammatica ma un vero e proprio moto del cuore. Grazie.
Grazie per il valore e il coraggio delle vostre enormi azioni. Da quel seme piantato il 19 Ottobre di 40 anni fa è germogliato un albero i cui frutti sono nostro patrimonio e vanto.
Nel tempo trascorso da allora, grazie all’impegno e all’amore per LA PROFESSIONE, l’AAAVTAG prima e l’ENAV poi sono arrivate alle posizioni di vertice tra i provider di tutto il mondo.
Grazie per averci creduto quel grammo in più, che nella bilancia degli eventi spariglia le carte.
Grazie per aver deciso di liberarvi dell’ombrello protettivo ma pesante ed aver affrontato con agilità e coraggio la pioggia, che poteva essere pioviggine o uragano. In quel momento non lo sapevate.
Il nostro ringraziamento non può però essere disgiunto dalle scuse.
Ci scusiamo con quei “Ragazzi del ‘79” che vedono come l’azienda che loro hanno contribuito a far nascere, sulla base dei loro valori, sia adesso votata ad altri valori.
Scusateci se sicurezza, ordine e speditezza adesso hanno assunto un’altra chiave di lettura. La luce emanata da quei tre sostantivi, mantra di ogni lavoratore dell’assistenza al volo, è ora filtrata dalla cupa tela di banconote di non si sa quale cassaforte.
Scusateci se la passione, l’orgoglio, l’attaccamento delle lavoratrici e dei lavoratori di ENAV non siano stati efficacemente veicolati verso chi ha la responsabilità di condurre per mari agitati, ancorché pescosi, la nostra nave.
Però, c’è un però, ogni cosa ha il suo limite.
Poche ore prima del 19 ottobre 1979 un’avventata dichiarazione dell’allora Ministro dei Trasporti Luigi Preti smosse le coscienze degli ultimi indecisi e quel “vi assicuro che domani si volerà regolarmente, io stesso volerò!“ paradossalmente si rivelò essere la spinta decisiva alle forti azioni del giorno dopo.
Il limite era stato evidentemente superato.
Non possiamo prevedere, nel panorama di oggi, a 40 anni di distanza, dove sia esattamente posizionata l’asticella del limite. Però mai prima d’ora l’azienda aveva disatteso in modo così plateale accordi sottoscritti e originati da una precisa esigenza aziendale, figlia della scellerata politica degli organici perpetrata fino ad oggi. Scelleratezza e avventatezza, nel nostro lessico, non fanno rima con sicurezza, ordine e speditezza.
Il limite, appunto.